autunno

autunno

domenica 29 marzo 2020

I L F U T U R O E' D E I G I O V A N I

anch'io ho un figlio lontano, che in questo momento ci manca, come a centinaia di famiglie del sud, che hanno subìto il torto della mancanza di spazi, per la realizzazione dei sogni dei propri ragazzi, in luoghi più vicini. penso a coloro che studiano, che lavorano negli ospedali, o nelle fabbriche, ora ferme; ma tutti lontano da casa per il medesimo motivo. il loro posto nel tempo che dovrà addivenire. e' vero, questa cosa è dolorosa, ogni distacco lo è, tanto più forte, quanto più è forzato. e per noi del sud, che consideriamo l'empatia una ragione di vita, e la famiglia ancora un valore fondamentale, una pena inaccettabile. però, come ogni cosa, il sentimento che tutti stiamo provando in questi frangenti, insieme alle parole di coraggio che stiamo infondendo ai ragazzi, avrà i suoi risvolti positivi in un futuro a medio termine. i sacrifici fortificano. le ultime generazioni, poco abituate al sacrificio, sono state quelle che hanno generato la finanza creativa e il mercato a cui la politica ha dovuto negli anni abdicare.  i ragazzi di oggi, che stanno subendo questa restrizione e questi disagi, svilupperanno un senso critico verso il concetto di "civiltà", molto diverso da coloro che hanno vissuto gli ultimi 40 anni nella "pazza gioia".
avremo una futura classe dirigente sicuramente migliore. ed un mondo più giusto.

venerdì 27 marzo 2020

IL PARADOSSO DEI PARADOSSI

ammesso che gli stati stampino denaro all'infinito, che li prestino a costo zero alle banche, che li distribuiscano a costo zero a tutti i cittadini del mondo, che pagano i prodotti e i servizi di cui hanno bisogno e che consumano, e che le fabbriche producono o i fornitori di servizi erogano e prendono quegli stessi soldi (in parte) che i cittadini fanno circolare all'infinito; e quando ce ne sono troppi ci appicciano il fuoco se sono di carta, o li mandano a fare in culo virtualmente se è moneta digitale; I CRISTIANI STANNO TRANQUILLI, FINISCONO GUERRE E SI E' TUTTI UGUALI, bene : COME CHIAMIAMO QUESTO PARADIGMA ECONOMICO ATTUALE, DELLA VERTULA?

io studio a procitta, a volte a donnajanga, mi sono laureato a sculoppani.

giovedì 26 marzo 2020

ECONOMIA : perchè i soldi che si perdono, in realtà non si sono persi

mi chiedo : se ognuno di noi ha una bella macchina ( che potrebbe essere l'economia, l'intelligenza, le capacità, o lo stesso fatto di essere vivo) che sino a gennaio ha usato per andare in giro PER QUALSIASI STRADA PERCORRIBILE, e da gennaio ha dovuto (per forza maggiore) tenere ferma in garage, ma, se è a petrolio, il gasolio può essere ancora disponibile o lo sarà quando le raffinerie riapriranno;  se è elettrica vale lo stesso, se è a pedali fricati, (oh) (anzi io che posseggo un impianto di pannelli solari faccio il pieno a casa mia;) non appena la toglierà dal garage per riutilizzarla inizierà di nuovo a "camminare".

in economia è lo stesso. quello che si perde è quello che non c'è, perchè appunto  non si è prodotto, e se non si è prodotto non esiste! e come si fa ad estrinsecare una teoria economica per ciò che non esiste: con gli spread. (non è tecnicamente proprio così ma centra)

ma lo spread, se tutto il mondo ha lo stesso problema, resterà stabile! oggi bisogna pensare ad uscire quanto prima dal contagio ed aiutare chi è in prima linea.
le banche centrali stampino moneta. la distribuiscano agli stati che ne hanno bisogno che a loro volta la dovranno trasferire ai cittadini tutti. è nella loro facoltà e possibilità.
la politica internazionale faccia la sua parte. si tirerà una linea, e da lì ripartire.

si pensasse in questo momento all'essenziale. il mondo impari la lezione. i popoli cambino atteggiamento istruendosi su ciò che il pensiero dominante non vuole si istruiscano.

dopo, a scelta, potremmo continuare  A PERCORRERE STRADE DIVERSE, a creare economia da ciò che serve, o da ciò che non serve, e a scegliere quindi come dovrà essere il futuro, su questo nostro unico pianeta abitabile.

martedì 24 marzo 2020

pagina 5

i primi ventuno acquistarono il pezzo di carta, le 21 monete entrarono in banca. nello stesso momento i ventuno clienti non ebbero più la loro moneta, ma il pezzo di carta; che prometteva che quella stessa, a fine anno, avesse raddoppiato il suo valore. questi 21, che dovevano comunque fare la loro vita di sempre, nel resto della comunità, che aveva accettato lo scambio 1/1 moneta-servizi-beni, quindi 1 vale 1;  iniziarono a chiedere ciò di cui avevano bisogno, quindi beni e/o servizi, a credito; con la promessa che dopo un anno avrebbero pagato, con la loro moneta di cui sarebbero rientrati in  possesso, alla fine del contratto stipulato con la banca.
mentre i produttori di beni e servizi continuavano a lavorare, i 21 che avevano fatto "l'affare" in banca, non facevano nulla e quindi, non producendo nulla, attendevano che il tempo "lavorasse" e guadagnasse per loro.

lunedì 23 marzo 2020

pagina 4

stampata la moneta alla meglio, venne distribuita ai cittadini, una ciascuno. nel frattempo 21 persone morirono, quindi vennero distribuite 479 monete su 500 stampate. l'assemblea dei cento chiese al saggio filosofo cosa fare delle 21 monete restanti, lui rispose che dovevano andare distrutte quindi per ogni morto distruggerne una e consigliò per ogni nato di stamparne una nuova.
ma l'assemblea non si accordò, e il ladro, che aveva già il suo piano, fece in modo che le 21 restanti le potesse trattenere una banca, che, guarda caso, era della stessa società della stamperia di cui faceva parte il ladro.
nacque la banca privata. l'economista, esperto in truffe, socio del ladro e del chirurgo, inventò una scienza. chiamò uno per volta i cittadini, possessori ognuno di una moneta, e li invitò a sottoscrivere un patto, secondo il quale, se avessero accettato, quella unica moneta poteva moltiplicarsi all'infinito!
nacque così la finanza creativa. fece 21 fogli di carta con delle scritte piccolissime, e propose all'assemblea che potevano essere acquistati dai primi ventuno cittadini che si fossero presentati in banca, al prezzo nominale della moneta che ognuno possedeva, cioè 1. siccome avevano promesso che dopo un anno il loro valore sarebbe raddoppiato, quindi da una moneta il sottoscrittore ne avrebbe posseduto due, l'operazione era appetibilissima! in molti si accalcarono all'entrata della banca nella data stabilita, gli unici che non andarono, perchè per niente interessati, furono il filosofo, il coltivatore di canapa, un operaio, un ingegnere, quasi tutte le donne, ed i bambini. (continua)

domenica 22 marzo 2020

pagina 3

andarono dal notaio per fortuna rimasto illeso, fecero la società, la chiamarono MONOPOLIO, e nelle clausole inserirono il fatto che nessuno potesse più fare ciò che voleva liberamente, a meno che avesse pagato un dazio alla medesima. per pagare il dazio bisognava però stampare una moneta. andarono dal filosofo che consigliò loro di stampare moneta di un solo taglio, con valore nominale 1, e di stamparne tante quanti gli abitanti rimasti nella comunità, quindi 500.

sabato 21 marzo 2020

pagina due

la scelta fu quella di utilizzare la canapa come cura, per uscire dalla situazione di angoscia che aveva colpito i molti uomini che erano utili in quel momento per la rinascita della comunità. andarono dal vecchio, si fecero consegnare altra erba, e tornarono da quelli che stavano male. chi la fumò, chi la mangiò, chi fece un infuso; dopo una settimana ci furono dei miglioramenti così evidenti che il chirurgo iniziò ad operare, il panettiere a fare il pane, il muratore a costruire un rifugio, il contadino a coltivare la terra, il conoscitore di erbe andò dal vecchio della canapa, per sperimentare l'effetto di un'associazione con un'altra erba autoctona dal potere rigenerante...

il clima nella comunità sembrava migliorare .
dopo qualche giorno l'assemblea si riunì e decise di chiedere al contadino se fosse stato in grado di coltivare un campo, che potesse soddisfare la richiesta di tutti, compresi gli altri che ne facevano già uso prima, visto che i consumi aumentavano.
ma a questo punto sorgeva un problema.
bisognava trovare un modo affinchè tutti potessero essere ricompensati del proprio tempo che dedicavano alla collettività perchè, naturalmente, c'era chi si prodigava tanto, chi poco, chi per niente; però il pane dovevano mangiarlo tutti, nel rifugio sicuro dovevano vivere tutti, il contadino doveva produrre grano per tutti e via dicendo.
chiesero al filosofo una soluzione, che consigliò loro di amare ciò che facevano, di coinvolgere nel lavoro più persone possibili, e di produrre ognuno per ciò che sapeva fare, e scambiarselo. produrre sempre un po' di più, per darlo a coloro che per condizione non potevano aiutare in nulla.

ma l'assemblea non trovò un accordo. nel frattempo il ladro, che aveva una mente malata, convinse l'economista ed il chirurgo a pensare di fare una società, potendo sfruttare a loro favore tutto lo sviluppo della vicenda che di li a poco andava a prendere corpo. (continua)

democrazia, libertà, pregiudizio,economia. (primo capitolo)

in un paese sperduto, dopo un cataclisma che aveva cancellato quasi tutto, i sopravvissuti (circa 500), dovevano decidere come andare avanti. 100 di questi, superato lo shock, si riunirono in una piazza, per riprogrammare il futuro. fecero una scaletta di argomenti da discutere. decisero che la prima cosa da fare fosse quella di aiutare quelli più sensibili rimasti ancora in una fase confusionale a causa dell'accaduto. siccome tra loro c'erano anche persone che"servivano" per la sopravvivenza agli altri, tipo un bravo medico chirurgo che doveva operare i feriti, un panettiere per sfamare tutti, un contadino che conosceva bene il ciclo delle semine, un muratore che poteva costruire un solido rifugio,un signore esperto di erbe officinali che aiutassero a lenire la sofferenza; si decise di far riprendere prima loro, affinchè poi DOVESSERO essere utili a tutta la comunità, rendendosi operativi.
furono decise le priorità. 
c'era un vecchio, un tipo strano, irascibile se veniva contrariato, che però si faceva i fatti suoi ed abitava in una grotta ai margini del bosco; che si produceva canapa, che utilizzava per mille cose e fumava per trovare una sua dimensione di tranquillità. siccome era evidente che in assenza di farmaci ufficiali, l'unica arma a disposizione per tentare di far uscire dalle crisi di ansia e di panico fosse la cannabis, si decise di mettere il quesito a votazione, visto che per la legge in vigore era proibito.

dopo una attenta ed accesa discussione, delle 100 persone presenti, 50 erano daccordo e 50 no, perchè dicevano che la cannabis facesse molto male.
ancora ore di discussione, erano sempre metà daccordo e metà no. il presidente dell'assemblea propose allora una strada.
un filosofo che era rimasto a scrivere e  studiare venne interpellato, affinchè potesse dare un consiglio su come uscire dal guado. propose di andare dal vecchio coltivatore di cannabis, a chiedere se avesse un po di erba da fumare.
il vecchio, che fino ad allora era stato considerato un matto, fu molto perplesso dal fatto che una delegazione dei rappresentanti dei sopravvisuti fosse andata da lui a chiedere erba però, visto che a mandarli era stato il filosofo, accettò di buon grado, con la promessa che non appena lui avesse avuto bisogno di qualcosa, dovevano ricordarsi del suo gesto.

tra i quattrocento che non erano andati in piazza a discutere ma erano rimasti a casa, tra cui il chirurgo, il panettiere, il contadino, il muratore, l'esperto di erbe e il filosofo nel frattempo interpellato, ma anche tutti gli altri, un economista di grido, un ladro, un gioielliere, madri di famiglia, disoccupati, ecc.ecc, si accese un dibattito su chi dovesse essere il primo a fumare l'erba. 

naturalmente tra loro c'era già chi ne faceva uso e che, vista l'eccezionalità della situazione, uscì allo scoperto, ed erano la maggioranza!
il filosofo consegnò la risposta alla piazza dei 100, che a questo punto doveva scegliere...(continua)