Signor presidente del
consiglio: lei ha affermato che, siccome i lavori finiscono 18 mesi prima del
previsto, è una grande vittoria per i lavoratori.
E’ indubbio che 18 mesi siano 552 giorni, bisestile uno in
più, ma fa lo stesso; ma dire che i lavoratori hanno vinto, perché i lavori
della campotenese-laino dureranno 552 giorni meno del previsto, è una grande
sola.
E se lo scrive un Sola, può starne certo.
Si, signor Presidente del Consiglio. Non hanno vinto i
lavoratori, ma questo modo di intendere il lavoro.
E’ vero, hanno lavorato persone in più rispetto al previsto.
Ma è stato deciso dopo, cambiando le regole a partita già iniziata.
Mi domando: quando si fanno i progetti e le relative
programmazioni, e da queste programmazioni le relative “concertazioni”, e da
queste concertazioni i sindacati propongono ai propri iscritti una opportunità
di lavoro di 4 anni, che potrebbe durare anche 5 con varie ed eventuali, il
lavoratore che dovesse trovarsi di fronte ad una scelta, decide in base alle
notizie che gli vengono date da chi lo rappresenta.
Non è tanto un problema di tipo personale, ma conosco
lavoratori impegnati su questo cantiere che hanno optato di stare vicino casa
per un lavoro previsto di quattro anni, scartando un lavoro più lontano che però
ne sarebbe durati sette, rinunciando a corrispettivi anche più vantaggiosi, pur di stare vicino
alla propria famiglia. Se dopo due anni e mezzo il cantiere chiude, ed il
lavoratore licenziato, non vedo questa grande vittoria.
Del resto (ma qui apriremmo una discussione
problematica) le norme che regolano il famoso premio se il
lavoro viene consegnato prima, possono significare solo due cose: o che chi ha
fatto il progetto capisce poco, o che capisce tanto e lo abbia fatto apposta; perché sapendo che la durata è stata
sovrastimata, si è sicuri che finendo prima qualcuno riceverà una ricompensa,
un beneficio impropriamente addotto. Il che si presterebbe ad interpretazioni
anche molto pesanti.
Si, direte - ma è la legge - : vorrà dire che questa
legge è degna della terra dei cachi, a
meno che questi soldi del premio vengano divisi equamente tra tutti i lavoratori.
Questo darebbe un senso alla sua affermazione di vittoria.
Nella mia convinzione che sono molte più le cose che servirebbe fare in
questo paese rispetto alle persone disposte a farle, e che è la politica fatta
da persone per bene che quindi abbiano un’etica, che deve decidere percorsi e controlli; affinchè le risorse enormi che questo paese ha
vengano utilizzate realmente per cose utili,
generando crescita e benessere per tutti; ammiro comunque il suo tentativo di voler far
passare queste poche riforme (anche se
non tutte condivisibili nei tempi e nei contenuti) come un segnale
incoraggiante per il futuro.
Le chiedo però un’altra cosa che come mia cultura non riesco
a capire.
Assistiamo tutti i giorni a situazioni dove lavoratori del pubblico impiego scaldano le sedie o peggio si fanno timbrare
il cartellino mentre sono a fare
tutt’altro. Penso che se gli uffici dove “lavorano” vanno avanti ugualmente,
anche senza il loro operato e/o la loro presenza, probabilmente di quella
mansione quindi di quella persona in quell’ufficio la pubblica amministrazione
non ha bisogno.
Però la mantiene in organico. Intanto diverse pratiche nello
stesso o in altri uffici giacciono
inevase altro che 18 mesi ma anni e anni, creando non poche difficoltà ai
cittadini onesti che aspettano. Sarà il caso quindi di organizzarli bene,
questi uffici, affinchè il rendimento del lavoratore nel pubblico venga
ottimizzato? Perché solo in questo caso, anticipando la fine di quel lavoro di
18 mesi, sarebbe una vittoria per i lavoratori ed un beneficio per il paese
tutto.
Mimmo Sola
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