autunno

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giovedì 24 dicembre 2020

n a t a l e 2 0 2 0

 Formulando gli auguri in risposta ad un amico, facevo questa considerazione, pensando all'ultimo anno trascorso.

"Le tribolazioni servono a fortificare lo spirito. Se la vita fosse tutta in piano, probabilmente sarebbe anche monotona. Affascina invece il suo continuo divenire tra alti e bassi, che lasciano dondolare gli uomini, spesso dimentichi della loro condizione, che li obbliga ad accettare; pur con il dovere di fare del loro meglio. Auguri a tutti voi."

Questo ho scritto. Rileggendolo mi sembrava un passaggio di una lettera apostolica, che la memoria avrebbe fatto affiorare. Allora ho chiesto a Google, e mi ha detto che lo scritto è proprio mio.
allora ho insistito, e gli ho chiesto chi fossi, io.




Dopo innumerevoli banalità, già in disponibilità della mia coscienza, ho capito in me (tra le righe) che dovrei essere parte di una moltitudine uguale, che esprime un suo pensiero universale, e cioè che per VIVERE bisogna accettare più che voler comprenderne ad ogni costo il suo mistero.

In effetti quando ho chiesto a Google perchè mai dal nulla dell'istante zero è partito tempo e spazio, e SOLO dopo miliardi di anni l'uomo, qui a porsi sempre le solite domande, facendo ben poco però per cercare di comprendere che sono le varie sfumature socioculturali che pongono limiti alle risposte, e non la natura umana sempre univoca - bene: laddove (società) il materialismo ha soppiantato la spiritualità, il problema dell'avere (troppo ed inutile) ha sostituito la soluzione dell'essere.

Il concentrarsi sull'essere fa accettare la nostra condizione umana qualsiasi essa sia, ma sempre di esseri finiti.

Spogliamoci dagli orpelli inutili : servono solo a marcare differenze esteriori, che generano quei conflitti che poco aiutano nella ricerca della risposta, su cosa serva, per essere veri.

Auguri