autunno

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venerdì 3 aprile 2020

VI RACCONTO UNA STORIA VERA, PERCHE' SONO IO.

nel 1986 ho aperto una mia attività commerciale nel settore zootecnico. le cose andavano benino, nel 1997-98 avevo incassi giornalieri medi di 5 milioni di lire. 3 banche con cui lavoravo. gli interessi e le spese altissime. le tasse e tributi vari, altissimi. spropositati rispetto al mio lavoro, percentualmente.

mi servivano soldi, perchè nel frattempo i problemi per incassare i crediti verso i clienti, aumentavano.

dopo l'anno 2000 arrivò la mucca pazza, e molti aziende zootecniche in difficoltà  rallentarono, o chiusero i battenti, con gli strascichi accessori. io non riuscii ad incassare molti crediti, che vantavo nei confronti di queste aziende, che purtroppo non riuscirono a risollevarsi.

andai in banca con il bilancio vero, e il direttore, un amico, mi disse che con quei numeri non potevo ottenere credito, perchè, anche se erano molti i soldi da recuperare, la maggior parte sarebbe rimasta sulla carta, perchè inesigibili. ma erano i numeri veri.
però mi disse che se avessi modificato quei numeri, siccome ero una persona seria (nel senso che avrei restituito i soldi), mi poteva concedere le somme che mi servivano. falso in bilancio direte , ma è prescritto.

presi i soldi, ad un interesse altissimo, ma dopo qualche anno ho venduto l'attività.

aprii una nuova partita iva. su un fatturato reale, sul quale l'utile netto annuo era di circa 11.000 euro, (facendomi il culo) lo stato ne voleva quasi la metà. il primo anno andai in banca a prestarmi i soldi per pagare le tasse, perchè purtroppo mio padre, nel frattempo, era morto.

il secondo anno idem. invece di undicimila, l'utile netto 11.200 . la metà lo voleva lo stato. in banca non mi facevano credito .

il problema era risolvibile  a monte se io avessi prodotto fatture false, attestando spese inesistenti, da poter cambiare i numeri e dimostrare più oneri. le spese delle banche sarebbero rimaste, quelle dello stato quasi azzerate.

ma non lo feci. decisi di chiudere anche la seconda partita iva, nella convinzione che io stessi lavorando non soltanto per me, ma anche per altri due soggetti almeno.

rimandai sia le tasse che gli interessi, che lo stato e le banche mi chiedevano, al mittente;
perchè non ritengo giusto che una persona che lavora 12 ore al giorno, non possa guadagnare onestamente 900 euro netti al mese.

non mi sono mai sentito un evasore o un ladro, ma uno che contesta leggi e consuetudini sbagliate.
adesso ho chiuso le mie pendenze con il fisco e con le banche,  aderendo alla rottamazione e al saldo e stralcio; ma solo per fare un'opera di bene.

la domanda è: se una partita iva, per sopravvivere deve fare carte false ed attestare spese che non ha, secondo voi, i numeri e la filosofia, possono coesistere?

la maggioranza degli imprenditori sono costretti a farli coesistere, se vogliono stare a galla. lo stato però non cambierà atteggiamento se non avrà i numeri veri, continuando a fare i conti con quelli falsi, che gli imprenditori sono costretti a produrre, per continuare ad esistere. ora capite perchè odio tanto l'ipocrisia.

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