autunno

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venerdì 17 aprile 2020

passaggi segreti e scarpe antigravità

la fantasia è una dote importante. nei bambini addirittura indispensabile. a 6 anni salutare. nella nostra infanzia c'era sempre l'amichetto più fantasioso, che - attenzione -non era il più bugiardo, perchè credeva davvero in ciò che diceva, e questo, lo faceva star bene; oltre a creare quell'aura di mistero attorno a lui che lo metteva al centro dell'attenzione. forse era questa l'unica pecca: l'essere diventato il leader del gruppo, lo esponeva a critiche da parte di noi altri; che non credevamo a ciò che lui predicava. ed essendo "predicaturo" anche di soprannome, ho detto tutto.

1974-75. quartiere costa. divisa all'epoca in costa di susu, di mmenzu, e di vasciu. io, l'animalista, e mio fratello e l'amico per la pelle arturo cavaliere, rocco de luca (che ringrazio per lo spunto di questo racconto), cristofaro perrone, il fantasioso; francuccio la farfalla, leggero; francesco pompidù, il forzuto, luigi blotta il feroce pragmatico col fratello ferdinando, cchiù queto, tonino maiolino il pacioccone, vincenzo tavulune, mariuccio di bartolomeo, il compianto vincenzo bloise, ed altri mocciosi più piccoli che seguivano i nostri passi...

con la primavera, e con l'approssimarsi della chiusura delle scuole, le sale giochi dell'epoca erano:

la mattina e sino alle 4-5 di pomeriggio:

 1)lotte senza esclusione di colpi tra susu-mmenzu-vasciu.
le alleanze erano dettate dalle convenienze politiche del momento, e gli ambasciatori negoziavano allo stesso modo di adesso; e come adesso qualcuno usava nelle "guerre" armi non convenzionali, e i patti sottoscritti dagli ambasciatori continuamente andare a farsi fottere, quando ad esempio all'utilizzo di freccini di legno gli eserciti preferivano quelli di ferro; recuperati da ombrelli vecchi buttati al munnizzaro della murgia della magara, e che finivano ogni tanto nelle carni di qualcuno senza antitetanica, ancora vivo; che non doveva dire niente a casa (stabilito nel negoziato degli ambasciatori) pena il giorno dopo una seria rottura d'ossa.

2) mettere le supposte alle galline dove io, l'animalista appunto, ero esperto
3) andare a surigghie con la fionda alla costa o a volte anche in trasferta alla stazione, deve il clima più mite e l'alimentazione, facevano raggiungere notevoli dimensioni ai sauri. qua c'è un aneddoto che vi racconto. franco martino, che era insieme a me quello che con la fionda tirava meglio, aveva dato il nome ad un lucertolone molto grosso, chiamandolo "IL TRATTORE", perchè l'aveva colpito all'attaccatura della coda che puntualmente era saltata, dando un aspetto curioso al rettile, che avanzava a mo di motrice agricola.
lo attendeva per dargli il colpo di grazia ma che, forse per la strana andatura, non calcolando bene il momento di inerzia, non gli riusciva
4) crescere cani all'accampamento con litigate per chi doveva esserne il proprietario
5) fare trappole sul piano del terreno e farvi dentro la cacca e mimetizzarle bene; dove qualcuno dei "nemici", ingannato da uno stratagemma, doveva finire dentro tra le risate dei presenti
6) andare a fare il bagno al fiume per fare compagnia a quello di prima che era finito nella trappola con la cacca...
7) varie ed eventuali.

dopo le 4-5 di pomeriggio, e dopo la merenda che consisteva  in pane e zucchero,  in pane e olio, ma anche con  mortadella per i più grandi e/o in pane e murivello per i più piccoli, si passava a raccontare le gesta eroiche di ognuno, ripassando la giornata nel ribadire agli amici ciò che ognuno aveva fatto di straordinario.

la fantasia più fervida era quella di cristofaro perrone, oggi valido infermiere che tutti apprezziamo.
ci riunivamo o all'accampamento della costa, un pianoro di trenta metri quadri sotto un arco di  roccia che a ripensarci adesso ho le vertigini, perchè per accedervi esistevano due vie entrambe molto pericolose, che bastava mettere un piede fuori posto e potevi trovarti sull'autostrada a chiedere un passaggio per l'aldilà...
o nello spiazzo della casa caduta, o nell'altro, quasi adiacente; dove c'è un pizerro, e all'epoca c'era la putìa di pippinuccio u mericanu.

appena sotto il negozio c'era e c'è un arco di pietra, che noi chiamavamo paraportu, che utilizzavamo per ripararci dalle trupìe estive che i primi di giugno puntualmente arrivavano. c'era e credo ci sia ancora adesso, un grosso anello di pietra nel muro, che doveva servire per legare la capizza del ciuccio, per non farlo spostare, perchè probabilmente in passato qualcuno che abitava nei paraggi ne possedeva uno e lo lasciava lì, perchè il parcheggio sotto la piazzetta non era ancora stato costruito.

per cristofaro quell'anello di pietra doveva essere la leva di un passaggio segreto, che si poteva azionare soltanto dopo la mezzanotte, nelle notti di plenilunio, quindi nessuno di noi avrebbe mai avuto modo di verificarne l'attendibilità. (come per alcuni politici di adesso)
tutti restavamo però affascinati dalla storia, che spesso condiva con situazioni, che affermava a lui capitatogli.
raccontò che suo zio ottavio gli aveva portato un paia di scarpe antigravità che gli consentivano di farlo stare appeso al soffitto a testa in giù, e alla domanda del perchè non ce le mostrasse rispondeva che le aveva prestate ad un amico dello zio ma, appena possibile, lo avrebbe fatto.

noi restavamo affascinati, invidiando il nostro amico, anche se qualche dubbio sulla veridicità delle sue affermazioni iniziava ad insinuarsi nella testa di qualcuno.
parlottando al rientro a casa, all'imbrunire, ci promettevamo che appena possibile dovevamo in qualche modo verificare.

una sera di un giorno di agosto del 1975, io rientravo con la mia famiglia da un matrimonio, e con la 500 mio padre doveva percorrere la strada che porta al parcheggio della casa caduta. era una notte di luna piena.
all'altezza del negozio di pippinuccio, c'era una fontana. feci fermare mio padre con la scusa di bere. a dire il vero la mia insistenza lo urtò un poco, però, come spesso accadeva, mi accontentò; non essendo un sacrificio così grande.

io feci finta di bere ma corsi a verificare se il passaggio segreto si apriva azionando la pietra.
rimasi deluso. ma apprezzai lo stesso il mio amico, perchè quel giorno capii che avere fantasia è la più grande forza di un bambino, oggi credo anche di un uomo.

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