autunno

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domenica 20 marzo 2016

TRATTO DA "LA RAGAZZA DISEGNATA" romanzo di Mimmo Sola

…Tenendola per mano sfuggiva il mio sguardo, ed impaurita a stento riusciva a camminare, temendo di scivolare sul sentiero scosceso, di buche melmose, in quella fredda e piovosa giornata di inizio autunno, che sicuramente era un’eccezione del periodo, caldo fino al giorno prima, e che improvvisamente ci aveva ricordato che tutto è imprevedibile, nel momento in cui ti avvicini  alla pace, mentre il mondo vuole la guerra.
Ma guerra con se stesso, nell’incapacità di coagulare le esigenze di ognuno, in un meccanismo perverso che costringe ad essere attori e bugiardi, quando il potere ti soffoca, nel suo gioco di sporco interesse di parte, di manie di grandezza, ma che in fondo è soltanto un capriccio, per dimostrare che si può comandare con l’inganno e l’arroganza, che una società va avanti solo con la crescita economica, nel voler dimostrare che il bene si ottiene imponendo un punto di vista, a discapito di quello altrui; nel voler imporre la propria cultura, a discapito di quella altrui; nel voler imbrigliare in un confine quello che non si può contenere: la speranza di essere liberi e diversi.

Lo sbattere di ali vicino al faro  mi proietta in una notte di pioggia, in realtà le mille falene fanno piovere solo nella mia mente, l’acqua resta nel cielo e le falene intorno al faro. Le loro ali nel buio, in cerca di luce, sbattendo sulla plafoniera danno sensazione di scrosci mai arrivati, ma io uguale mi ritrovo sveglio, bagnato.
Mi riaddormento.
E’ oramai un sogno ricorrente quello di poter migrare verso una luce lontana, ma ho difficoltà a spiccare il volo e allora cerco un posto a strapiombo, dove la corrente mi aiuti ad alzarmi  e volare a vela, mancandomi quella spinta iniziale per staccarmi da terra di mia volontà. Pur in volo planato, perdo spesso la rotta e mi ritrovo a non poter decidere la traiettoria, come se una forza oscura mi spingesse dove essa ha deciso di andare, e pur contorcendomi per virare, quella forza mi cattura, portandomi con sè verso mete sconosciute, confini inesplorati, mai scontati.
L’ombra di un albero lontano, in un deserto di idee sparse, ed io sotto a cercare riparo quando la forza in quel luogo mi conduce, e privo di volontà cerco di rialzarmi nello scricchiolio delle ginocchia abituate oramai al volo; riguadagno solo a stento la posizione al suolo, per la quale vivo: homo di sicuro erectus, sul sapiens dubiterei. Intorno a me non vedo nulla, solo polvere che il vento sottrae alla terra, ogni tanto immagino cosa ci sia, al di là. D’un tratto un rumore sordo mi sveglia dal sonno in cui sogno di volare e tutto si palesa, nella semplicità di una donna bellissima che mi tende la mano. E’ la Madre Terra.
Non capisco. Dormo e sogno di dormire. Mi sveglio nel sogno e vedo una mano tesa. Mi piace. Non sento più il dolore alle ginocchia. Anche se è notte, le falene sono ora farfalle. Con le loro ali il vento, quanto basta a diradare la polvere intorno a me.
 Le lucciole intanto si radunano sotto la chioma dell’albero. Illuminano il blu della notte. Intorno sempre il deserto, ma stavolta ne percepisco i confini,   le idee tutte in un punto.  Penso di essere salvo.
 Ma salvo da cosa? Ero in cerca di me stesso, di quell’uomo sapiens, ma intento a volare forse  l’avevo scordato, e nell’illusione di altro, dimenticavo quello di cui ho davvero bisogno :  dignità , uguaglianza ,  giustizia.
 Ma se la traiettoria del volo quindi dell’atterraggio non la scelgo io, che senso ha tutto questo?...

MIMMO SOLA  da L.R.D. 17 GIUGNO 2015

Grazie per la lettura

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