L’ULTIMA NOTTE (ti
aspetto al varco : ma arriva tardi, alla fine; altrimenti capiresti poco)
La giornata trascorsa è passata. Ovvio. Invertendo: la giornata passata è trascorsa
se però aggiungo come, entro nel dettaglio. A dire il vero e pensare il
falso entrare nel dettaglio potrebbe anche
significare andare a fare la spesa ma io vorrei entrare in un letto.
Anche a castello andrebbe bene.
Ma il letto al
castello bisogna passare per dove erano le poste prima del terremoto arrivando su dopo, perché durante si potrebbe cadere e a seconda da quale torre del castello cadi ti fai più o meno male, meno male che adesso sto al varco così resto in piedi ma
dopo mi siedo lo stesso su una sedia che porto da casa di mia sorella che qui
quella in dotazione (non mia sorella ma la sedia) è di quando facevo la seconda
elementare, ed essendo cresciuto un po’
ma nella media non ci sto, specialmente con la testa; che ho dormito si e no
dieci ore in cinque giorni compresi di
notti.
Perché la vita scorre, e far diventare la quotidianità più
leggera è già un risultato.
Ma come si fa ad alleggerire il fardello del quotidiano che ogni giorno ci portiamo appresso anzi appesantiamo tante volte con quello del quotidiano del giorno successivo? : è molto semplice.
Ma come si fa ad alleggerire il fardello del quotidiano che ogni giorno ci portiamo appresso anzi appesantiamo tante volte con quello del quotidiano del giorno successivo? : è molto semplice.
Comprati un
settimanale. Anche un mensile. Un libro. Inizia a leggere. Entra in quello che
leggi, che entrare leggendo fa bene ma attento: se non vedi dove metti i piedi inciampando puoi cadere nel banale.
Estraneati quindi dal
quotidiano ed entra nel mensile. Io l’ho fatto. E’ basso ma onesto.
E ti accorgi che la vita scorre lo stesso, anche senza di te, a volte anche senza il mensile.
Se poi hai voglia di
tornare indietro dai il mensile all’edicolante che lui ti da i soldi ma tiene
lo scontrino e se non ha il resto, mancia; che mangiare stasera neanche ho
mangiato perché in spiaggia c’era del pane che doveva finire, che Giulia aveva
preparato dalle prime luci dell’Alba che doveva venire con noi, ma la madre non
l’ha mandata da sola, che eravamo già in sette.
Ispirato da
Alessandro Bergonzoni, amico di Emilia,
che oggi abbiamo trascorso una giornata insieme, ma lui era assente.
Nessun commento:
Posta un commento