Percorrendoti ti cerco mare sconfinato e profondo
Che troppo basso fondale non nascondi il cielo
Scendo e abissi di freddo mi attraversano
Nella notte vergine ancora di luna pallida
poche stelle piano ti hanno amato e inseguono
Onde di luce riflettendo il lucido
Non mi spaventano ma rispetto e immagino
Il tuo fluttuare adesso nel mio intimo
E mi ricordo di giornate tiepide
quando bambino che giocavo al limite
e mi chiedevo perché è così inutile
quando una barca affonda e genti affogano
nella ricerca di una riva comoda
farsi un’idea che tutto sia poi facile
STESSA ACQUA CHE
DISSETA E’ COSI AMARA
SE L’ONDA CHE
ATTRAVERSI E’ COSI’ TORBIDA
SE IL BLU CHE TI
APPARTIENE E’ COSI’ AVARO
SE IL SUONO DEL TUO PIANO
E’ COSI’ GELIDO
Alba di speranze mai sopite aspetto e prego quel tuo stesso
dio
mentre uno scoglio di colore chiaro si frappone fra te e il
mare aperto
che senza barca hai scelto di arrivare nella stessa acqua
fredda mi hai trovato
percorrendoti adesso l’ho imparato che la vita è un cercare
sconfinato
STESSA ACQUA CHE
DISSETA…
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