E’ strano come a
volte io non ricordi i tratti del suo volto, mentre tutte le sue curve
perfette, disegnate da uno strumento precisissimo, quelle si, le ricordi
benissimo.
Forse, per darmi una spiegazione, penso che il suo volto
così bello risulta registrato nella mia memoria così limpidamente, quindi
trasparentemente, da assumere un’immagine eterea, astratta, priva di lineamenti.
Mi sforzo ad
immaginarlo, ma non viene fuori.
Poi all’improvviso,
rilassandomi, quasi estraniandomi dal mondo in un vuoto di pensieri, mi appare in tutta la sua bellezza; ed io
provo un’emozione di stupore nel constatare che, più il lasso di tempo
affinchè la sua immagine torni alla mia
memoria è lungo, più quanto mi appare risulti essere incantevole, e, se questo
è possibile, dimostri essere ancora più bello di quanto mi aspetti.
L’affermazione che un giorno fece Luca in macchina con Federico gli confermò che in fondo le persone inseguono quasi tutte la stessa cosa: la ricchezza.
Disse: - “io vorrei avere tanti soldi, e non vorrei essere
riconosciuto da nessuno”.
Federico, invece, pensava l’esatto contrario: non gliene
importava dei soldi, ma voleva che gli altri conoscessero le sue idee. Sperava che
tutte le persone fossero o diventassero come lui, idealisti disposti a tutto
pur di vivere in un mondo dove ogni uomo abbia pari dignità e considerazione.
La sua utopia, era quella di vedere tutti gli uomini
nell’affannosa ricerca del bene, e trarne tutti
beneficio.
-
“Se nella ricerca del bene tutti scartassero il
male, -pur incontrandolo lo metti da parte,- ed allora è solo il bene che
resta! Anche la ricchezza è bene, se è
per tutti…
Questo era il ragionamento di Federico, che ribadiva a Luca
le sue opinioni. Stava male nel constatare come questo concetto di “bene
comune”, così chiaro e così facilmente perseguibile, entrasse solo nella testa
di pochi.
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